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Trauma cranico e demenza collegati da proteina

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Carlo Sighirleghi 6 Agosto 2018
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Due cose apparentemente distinte, ma con un nesso causa-conseguenza molto importante. Subire un trauma cranico stimola la produzione di una forma anomala della “proteina tau”. Questa si propaga nel cervello e causa danni ai neuroni e perdita della memoria.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Brain, è stato coordinato da Elisa Zanier insieme a Roberto Chiesa, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano.

Si stima che in Europa siano 5 milioni le persone obbligate a convivere con una disabilità fisica e/o psicologica da trauma cranico moderato o grave. Stando ai risultati, interferire nella propagazione della proteina potrebbe avere significativi effetti terapeutici.

“Il trauma cranico grave – spiega Elisa Zanier – è la principale causa di morte e disabilità permanente nei giovani adulti. Inoltre, anche quando di lieve entità, rappresenta un importante fattore di rischio per l’insorgenza di demenze come l’Alzheimer e l’encefalopatia cronica post-traumatica, malattia tipica degli sport da contatto, come la boxe. Comprendere il meccanismo responsabile della transizione da danno cerebrale acuto a malattia cronica neurodegenerativa consentirebbe di sviluppare nuove terapie. Il fatto che un singolo trauma generi una forma di tau in grado di auto-propagarsi contribuendo al danno a lungo termine, spiega come un evento meccanico acuto possa evolvere in una malattia progressiva neurodegenerativa

Fonte: Comunicato Mario Negri

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